Ogni arte sportiva è una metafora, sembra.
Il tiro al bersaglio rappresenta la ricerca della felicità.
Per tutti i tiratori, la felicità è solo quel punto nel centro
fra mille e mille punti d’infelicità tutt’intorno immerso
e ciascun tiratore nel tempo apprende che la conquista
di quel punto significa dura applicazione, dedizione, intelligenza
Per ciscuno di noi è ancora più difficile
perché il nostro bersaglio nessuno è in grado d’indicarcelo,
camuffato, confuso nella penombra, seppellito dai nostri pregiudizi …
fortunato chi lo trova, ma poi deve riuscire a far centro,
applicandosi, dedicandosi, estenuando l’intelletto,
altrimenti soffrirà molto più degli altri
E allora, per essere felici?
O si riesce a sviluppare una mira eccezionale,
soffrendo e portando tanta pazienza,
o non c’è altra strada che il protocollo delle tre P:
pazienza, pazienza, pazienza
e delle tre S: sofferenza, sofferenza, sofferenza
ah, c’è anche altro: la felicità è come la rugiada
molto prima di mezzodì se n’è già andata,
il volto di giovinetta è invecchiato in un istante
e il suo tenue braccio con un movimento incerto
indica qualcosa in lontananza, che ci farà felici …