Pace inferiore
sul golgota delle mie rinunce pigre
litigano giornate tristi e allegre,
vanità, famelica leonessa inquieta,
e presunzione, ruggente tigre,
generano vorticosi fiumi di sopore
nell’aridità dei miei piatti abissi
invidioso da riva guardo attento
il giovane pescatore che si tuffa
in profondità a censir la sua nassa
e riemerge sorridente tra le onde
stringendo in mano un’aragosta rossa
il vomere torvo dei miei pensieri
sull'agro risaputo passa e ripassa,
vecchie cere son le sorprese di ieri
e dispettosi spettri nella mia nassa ...
nel tempo grigio e perciò promettente
dell'oggi abdico ai lussi della scienza
i banali dubbi assumendo dell'ignorante
Mi piace:
Mi piace Caricamento...
Correlati