La stagione immutabile

che sia o meno risuonato
il fatale, esistenzial ruggito,
vivo nel timor ch'appaia
vendicativa la fiera dell'Invanità,
fin da bimbo m'anche in vecchiaia
è presenza altera inderogabile,
perno e misura della normalità

	voracemente si nutre d'entusiasmi
	evita callide trappole e camouflage
	infliggendomi musi lunghi e spasmi
	come ho visto in certe tele all'Ermitage

non resiste all'artiglio suo infallibile
  l'elegante drappo dissimulator del Nulla,
    l'afflato insolito, il cipiglio algebrico,
      della nave perfino l'avanzar di poppa:
        "io son qui, scaltro imbroglioncello,
          per impedirti di lasciar la graticola,
            anche se nella notte ti celi asimmetrico,
              freddoloso t'intabarri d'inverno 
                o sbarelli sudato nella canicola"

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