Il denso di novembre
ti chiedo, oh amico cittadino,
scusa in anticipo
per questo mio insinuarmi
e insidiare il cumulo
dei tuoi urbani privilegi
i negozi e le botteghe,
i marciapiedi del corso
le luci, le siepi, gl’ordinati
cordoli in trachite
gli ottoni lucidi dei portoni
e le spensierate
relazionali espressioni
dei tuoi concittadini
ma qui in collina,
intorno alle feste dei Santi e dei Morti,
si raccolgono quelle preziose pomelle
che pendono ricche di sugo
dai rametti di foglie verdi argentate
al pallido sole, diluito ricordo d’estate,
alcuna ancor verde, altra ambrata
varie fosche scuroviolacee e vaie,
che strappate saltellan nella rete
rotolando allegre
fino alla pancia del sacco ….
quali daranno più olio,
qual’altre saran più fruttate
e quell’essenza sarà
più dorata o intensa?
inopportune curiosità
intellettual salottiere,
estranee a papille e palato
ch’aspettan bramose di gustare
lo spremuto mischiato,
quel nuovo di quest’anno,
pur dall’antico sapore
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