quel pallido bofonchiar della coscienza
che s’insinua nelle giornate riflessive
ricorda il fastidioso sussurrar di flatulenza
sordo lamento di vitali vie deiettive
maestra interiore di memorie confuse
che a volte stecca in acuti di logica furtiva
e mi costringe e dipinge in vesti odiose
talchè intrico aggiunge all’orgia compulsiva
fosca, spesso notturna, amica poco amica,
con te si tratta forzando subdoli i termini
annaspando, del polveron d’alzare in cerca
resipiscenze esibendo per evitare i fulmini
d’altronde c’è il sospetto che se tu non fossi,
saporita non sarebbe l’esca, rosea ed ambita,
sol rachitici i frutti e non succosi e grossi,
smorta la libido, esangue, inerte ed assopita
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sì, c’erano i pinguini 🙂 🙂 🙂
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