tu mi parli di quiete
e sobrietà, d’anime belle,
ma che ci posso far
se son nato ribelle?
delle questioni più serie
vedo il lato ridicolo
ch’è una componente
esistenziale permanente:
mi diverte rifare i tic del capobanda
e della signora che cede
dopo insistenze varie
m’eccita odorare la mutanda,
la giaculatoria recito fremendo
specie se ‘l pittor astratto è anche orrendo
con copiose e zampillanti pisciate
annaffierei tutte le compagnie associate
e non m’offendo
perché tu mi chiami pervertito
solo perché d’istinto mi schiero
sempre pel disordine costituito ….
che c’è di più serio e civile
d’un selvatico educato,
d’un volgare non scurrile,
pur fessacchiotto però sconclusionato?
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Buona domenica Deb, 😀. Sbaglio o il titolo di questa poesia è un ossimoro?
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uno scivoloso ossimoro 😉 hai ….. sbagliato correttamente 😀 😀 😀
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😀😀
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