De salottibus
le mie serate passo quasi sempre
nella sede del nostro circolo,
i soci del qual son tutte persone
d'un certo livello:
due giardinieri, un agrimensore
un tecnologo fumista (spazzacamino),
un sarto e un bidello,
tredici zitelle professoresse
qualche ragioniere,
quattro ripetenti e un capoclasse
ier sera s’è voluto trattare di confini
o meglio dello sconfinato
e dell’inconfinabile:
insomma s’è capito,
o almen così m’è parso, che
mentre di sconfinati ce n’è a bizzeffe,
di trovarne dei secondi
non c’è proprio verso;
non solo, lo sconfinato
è colui che vien sopraffatto
dai suoi talenti, dall’estro,
dalla sua libertà interiore;
l’inconfinabile invece
non riesce a vedere il confine,
non coglie le differenze
sproposita e imbarazza,
non nutre diffidenze
equivoca e confonde;
(questi sono i cretini, mi son detto)
s’è parlato poi d'un paio di neomelodici
di cui mi sfugge il nome,
che piaccion tanto alle professoresse,
sconfinatamente
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E tra chiacchiere, una partitina a carte e qualche grappino la serata vola via che è un piacere, 😄.
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